Sfigurata con acido, pm chiede 20 anni per Varani: “Lucia ha ancora paura”

Sfigurata con acido, pm chiede 20 anni per Varani: “Lucia ha ancora paura”

 

Diciotto gli anni di reclusione richiesti invece per Talaban e Precetaj. E’ il massimo previsto dal rito abbreviato.

Per il legale di parte civile è “una pena bassa, in Bangladesh è la minima”. La madre:  “Mia figlia come l’ho fatta chi me la ridà?”. La prossima udienza il 17 marzo

PESARO – Il pm Monica Garulli ha chiesto 20 anni di carcere per Luca Varani, ex fidanzato e mandante dell’aggressione con l’acido a Lucia Annibali. Nel processo in corso a Pesaro la pena richiesta per i due sicari albanesi è di 18 anni. Lucia, uscita dall’aula per una pausa, non fatto commenti. A sostenerla, come sempre, c’erano i genitori, e un gruppo di donne con cartelli appesi al collo e la scritta: “Noi siamo con Lucia”. “Una pena bassa, in Bangladesh 20 anni sono la pena minima. D’altra parte lo ha ammesso anche il pm, che non poteva chiederne una più alta”, ha commentato l’avvocato di parte civile Francesco Coli, riportando anche il pensiero di Lucia. La pena, su base matematica (il calcolo degli anni per ciascun reato, delle aggravanti ecc.) sarebbe stata per Varani di 37 anni, ma comunque il pm non avrebbe potuto chiederne più di 30, e con lo sconto di pena previsto dall’abbreviato si è arrivati così a 20 anni.

Lo stesso vale per i presunti sicari, Rubin Talaban e Altistin Precetaj, per i quali la pena sarebbe stata di 27 anni. Varani ha ascoltato le richieste del pm tenendo lo sguardo basso. Il processo è proseguito con l’arringa di Coli. Nel pomeriggio, quelle della difesa. La prossima udienza è prevista per il 17 marzo, giorno in cui parleranno gli avvocati della difesa (due per Varani, uno a testa per gli albanesi). L’avv. Francesco Coli ha chiesto anche 4 milioni di risarcimento danni per l’avvocatessa di Urbino.

“Luca Varani ha devastato più vite, non solo quella di Lucia. E’ regredito a un comportamento da villaggio tribale”. E’ un passaggio dell’intervento in aula dell’avvocato Coli che richiamato “l’uso intenso e costante di cocaina” emerso dagli accertamenti a cui è stato sottoposto l’imputato. Un uso che avrebbe fatto “negli ultimi 7 mesi” prima dell’agguato e che, secondo il legale di Lucia Annibali, spiegherebbe il comportamento alterato dell’uomo.

Coli ha poi giudicato “del tutto inattendibili” le dichiarazioni di Varani riguardo all’incarico dato ai sicari albanesi di danneggiare solo l’auto della donna. L’imputato avrebbe reagito alla ‘provocazione’ dell’avvocato di parte civile alzandosi per andare a parlare con i suoi difensori, ed è parso “molto nervoso”. I genitori e il fratello di Lucia, ha riferito Coli in una pausa del processo, “sono stati compostissimi”, ma la madre della vittima non avrebbe nascosto il suo disprezzo per il presunto aguzzino di Lucia, e avrebbe detto: “Mia figlia come l’ho fatta chi me la ridà?”.

“Voi non sapete come stanno le cose”, hanno detto il padre di Luca Varani, Francesco, e la sorella. “Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso. Non solo per Luca ma anche per Lucia”. I familiari di Varani non hanno voluto parlare con i giornalisti, si sono lasciati andare solo a questa considerazione. 

Ma oggi l’avvocato della vittima ha spiegato: “Lucia ha ancora terrore. Ce l’ha dai tempi in cui era ricoverata a Parma, e si svegliava di notte con l’incubo dell’agguato subito, rivedendo l’uomo che le aveva gettato l’acido in faccia”, ha ripetuto oggi l’avvocato Coli, parlando con i giornalisti a margine del processo. “Ha paura che lui voglia portare a termine quello che ha iniziato – ha aggiunto -. Lei è presente al processo, ha voluto seguirlo, si contrappone, è a tre sedie di distanza da lui, ma ha ancora paura. Diciamo che vive in uno stato di apprensione permanente”.

“Venti anni chiesti per Varani e 18 per gli altri due: se consideriamo i vari sconti di pena, sarà come per altri casi in cui si è arrivati a meno di 9 anni, di cui magari quattro trascorsi a casa”, commenta la responsabile dell’Unione donne d’Italia (Udi) di Pesaro, Antonella Pompilio. L’Udi da ieri sta ‘presidiando’ il tribunale e attende la sentenza fuori dall’aula.

 

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