SISTEMARE: un laboratorio-test per donne in difficoltà

SISTEMARE: un laboratorio-test per donne in difficoltà

PROGETTO «SISTEMARE»

ASSOCIAZIONE «365GIORNIALFEMMINILE»

Imparare un’abilità e diventare autonome

 

Non sono eroine, ma donne e madri che hanno tirato fuori un coraggio che loro stesse forse neppure sapevano di avere. Non vogliono essere numeri da statistica. Camminano in punta di piedi e raccontano le loro storie sottovoce, piene di speranza, nonostante tutto. Mary, Nina e Maria vogliono ricominciare e ci provano grazie all’aiuto della onlus a365giornialfcmminile che con il nuovo progetto Sistemare tenta di dare risposte concrete per aiutare le donne a uscire da situazioni di precarietà e disagio economico, accompagnandole verso l’autonomia. A sostenere il progetto, tra le associazioni, gli enti e le aziende, c’è adesso Toscana carte pregiate/Kartos che ha permesso a Mary, Nina e Maria, solo tre delle donne inserite nel progetto, di acquisire nuove competenze lavorando. L’obiettivo è creare un gruppo che poi costituisca un vero e proprio laboratorio artigianale capace di generare competenze da inserire nel ciclo produttivo di Toscana Cane Pregiate.

Nina ha 40 anni, viene dal Magreb e ha tre figlie. E’ in Italia da quindici anni ma non ha quasi mai

lavorato L’ex manto non glielo ha mai permesso. «E’ nella nostra cultura, spiega lei. Ora che però è cominciata una nuova vita con Sistemare, nella sede dell’associazione, Nina si è messa alla prova, decisa a intraprendere un nuovo cammino per permettere alle figlie di crescere serenamente.

Maria invece ha 27 anni, è italiana, madre precoce, ha tre figli. Cercava un’occupazione e ha incontrato Sistemare quasi per caso, navigando su iniernet dal suo cellulare. Ha voglia di conoscere e di imparare: «Non so come andrà – racconta -, ma già aver avuto l’opportunità di poter fare questa esperienza è molto. Mi dà coraggio, forza, sostegno umano, prima ancora che professionale. E poi grazie a Sistemare riesco a lavorare e avere tempo per stare con i miei figli”.

Mary, la più giovane, ha appena 18 anni. Ha perso il lavoro lo scorso autunno e, smarrita e disonentata, ha cominciato a frequentare il laboratorio di Sistemare: vuole a tutti i costi sia lavorare sia tornare a studiare e lavorare, per essere autonoma.

Il progetto Sistemare — nato lo scorso marzo grazie a un finanziamento della Regione Toscana dedicato a sperimentare nuovi metodi di sostegno alla precarietà femminile — è in continua evoluzione: vive unicamente con il sostegno di soggetti capaci di orientare la formazione. Intanto è diventato un blog (www.sistemare.org) per permettere l’incontro tra domanda e offerta.

«La scommessa parte proprio dal senso del network – spiega la responsabile del progetto Giovanna Sottosanti- : praticare insieme la cultura della relazione e della solidarietà reciproca mettendo a disposizione le competenze professionali e la sensibilità che è propria di ogni individuo che sceglie di stare nel network».

 

di Linda Meoni

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