Workshop Teatrale dal 5 al 9 Marzo 2019 – PARIGI – FRANCIA
«Il Teatro Forum al servizio della lotta contro la violenza alle donne» …
Atelier Teatrale per indurre cambiamenti culturali
La pratica di lavoro del Teatro dell’Oppresso non implica per definizione la presenza di attori professionisti, perché vuole mettere in scena tutti gli esseri umani in quanto portatori di un particolare vissuto – esistenziale, sociale, professionale o altro- accomunati dal semplice desiderio di volerlo esprimere mettendosi in relazione all’interno di un lavoro di gruppo.
Il regista, o Direttore Artistico, svolge sostanzialmente un’azione maieutica che inizialmente si esprime creando in un Atelier teatrale -chiuso al fine di proteggere e preservare al massimo l’intimità dei partecipanti- giochi ed esercizi destinati allo sviluppo della necessaria fiducia all’interno del gruppo per dinamizzarne la forza creativa.
Questi esercizi sono poi progressivamente centrati su situazioni di conflitto dove il confronto protagonista-antagonista determina il nucleo centrale dello spettacolo. Si tratta di situazioni che appartengono all’ambito delle nostre attività quotidiane, del nostro impegno professionale, e che vengono espresse attraverso un lavoro sulla ‘scultura’ del corpo, sulla creazioni di immagini.
Le tecniche utilizzate sono infatti quelle del Teatro Immagine che permettono, attraverso lo strumento del corpo, in assenza di linguaggio verbale, l’esteriorizzazione delle ‘maschere sociali’, delle difficoltà vissute da un individuo e riconosciute come tali dal gruppo o dalla collettività. Protetti dall’anonimato, è così possibile dar forma a personaggi e situazioni su cui si intende aprire un confronto.
Momenti di riflessione verbale permetteranno poi di individuare quelli che sono considerati gli elementi maggiormente responsabili di tensioni, conflitti, per ricercare come si possa agire ed intervenire su di essi, in modo non violento e costruttivo.
Tramite tecniche di improvvisazione rivolte a sviluppare l’inter-relazione si conferisce spessore ai personaggi che si plasmano all’interno dell’Atelier. Seguendo questo percorso, il Direttore artistico guida la rappresentazione dei conflitti, il lavoro sull’immaginazione, l’ascolto dell’altro e delle sue riflessioni, organizzando la forma dell’espressione teatrale, vestendo un po’ alla volta i
personaggi ed allestendo il contesto dove si esibiranno.
Tuttavia, per gettare le basi di un dialogo effettivo e più allargato, è fondamentale che uno o più incontri siano aperti ad un pubblico più vasto, sensibile alle tematiche affrontate nel corso dell’Atelier, al quale quindi sia possibile e pertinente porre domande critiche su situazioni che lo riguardano, che può sentire come proprie, che conosce e che vive.
Il gruppo di Atelier sceglie allora le situazioni che verranno proposte al dibattito teatrale.. Parteciperanno all’atelier i gruppi di learners selezionati da ciascun partner scelti tra: educatori dei centri per gli adulti, insegnanti di scuola media, docenti delle scuole superiori, responsabili dei centri antiviolenza, pedagogisti e/o psicologi.
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