Violenza Assistita

Stasera a tavola abbiamo cenato immersi in un silenzio assordante. Nessuno guardava l’altro. Nessuno parlava. L’aria era pesante. Di nuovo. Mi ha mandato nella mia cameretta e ha chiuso la porta. Avevo tanta paura. Volevo fare qualcosa, ma mi ha detto di non uscire. Crede che così stia al sicuro. Ma io ho capito tutto…

Per violenza assistita si intende una tipologia di violenza indiretta, nella quale la vittima è, suo malgrado, spettatrice di isolati o ripetuti maltrattamenti perpetrati nei confronti di una persona cara o di un animale d’affezione. La violenza assistita ha luogo principalmente nell’ambiente intrafamiliare e coinvolge soggetti in età minorile.
Il CISMAI, Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia, definisce “violenza assistita” quando “i bambini sono spettatori di qualsiasi forma di maltrattamento espresso attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte e minori”.

Anche se non assistono direttamente agli atti di aggressione, i bambini ne colgono gli effetti: l’atmosfera carica di paura, la tristezza che avvolge la vittima, i segni visibili come lividi, ferite o oggetti distrutti. Questi indizi, uniti a un clima di tensione costante, rendono i minori testimoni inconsapevoli di un dolore che lascia tracce profonde.

La violenza domestica, diretta e indiretta ha degli effetti dal punto di vista fisico, cognitivo, comportamentale e sulle capacità di socializzazione:

  • Impatto sullo sviluppo fisico: il bambino può manifestare deficit nella crescita e ritardi nello sviluppo psicomotorio.
  • Impatto sullo sviluppo cognitivo: possibile danneggiamento dello sviluppo neuro cognitivo del bambino con effetti negativi sull’autostima, sulla capacità di empatia e sulle competenze intellettive.
  • Impatto sul comportamento e sintomatologia fisica: la paura costante, il senso di colpa nel sentirsi in un qualche modo privilegiato di non essere la vittima diretta della violenza, la tristezza e la rabbia dovute al senso d’impotenza e all’incapacità di reagire sono conseguenze che hanno un impatto sul bambino esposto a violenza. Inoltre, possono insorgere fenomeni, tra cui l’ansia, una maggiore impulsività, l’alienazione, la difficoltà di concentrazione, mal di testa, problemi gastrointestinali. Sul lungo periodo tra gli effetti registrati ci sono casi più o meno gravi di depressione, tendenze suicide, disturbi del sonno e disordini nell’alimentazione.
  • Impatto sulle capacità di socializzazione: subire violenza assistita influenza le capacità dei più piccoli di stringere e mantenere relazioni sociali.

Tuttavia, uscirne è possibile. I Centri antiviolenza offrono ascolto, sostegno e strumenti concreti alle donne per accompagnarle nel percorso di uscita dalla violenza. 

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