Un rifugio contro il racket

Un rifugio contro il racket

 

Il bilancio della struttura di prima accoglienza gestita dalla Società di soccorso pubblico

MONTECATINI — Si chiama Casa Donna e il nome non polrebbe essere più appropriato, perché dalla sua apertura è stata un vero e proprio rifugio per le tante donne vittime della tratta della prostituzione. Una bella realtà nata grazie a un’intesa tra il cosiddetto terzo settore, la Società di soccorso pubblico di Montecatini e la Misericordia di Pistoia, e gli enti pubblici. Comune di Montecatini, Conferenza dei sindaci della Valdinievole e Provincia di Pistoia.

A quattro anni di distanza dall’approvazione del testo unico sull’immigrazione che consente alle ragazze sfruttale dal racket di uscire dal giro e, con un programma di protezione sociale e di pieno recupero della propria dignità di persone, il bilancio dell’attività di Casa Donna è più che positivo. Non solo per i risultati ottenuti, ma anche perché è stato colto l’obiettivo di riuscire a lavorare in rete con altre strutture analoghe dislocate su tutto il territorio nazionale, e gestite, come nel caso della Società di soccorso pubblico, da associazioni accreditate per i programmi di prolezione e reinserimento presso il ministero delle Pari opportunità. Il lavoro in rete ha permesso di utilizzare tulli i posti disponibili nelle varie strutture e di accogliere le donne in luoghi diversi e distanti dai posti dove venivano sfruttate (e quindi erano conosciute

dai propri aguzzini).

«Da quando è in vigore la legge che regola i percorsi sociali (art. 18 del Dlgs.286/98) – spiega la responsabile di Casa Donna, Giovanna Sottosanti – abbiamo accolto 54 donne extracomunitarie. Varie le loro nazionalità, anche se la parte del leone la fanno le nigeriane, in tutto 24. Abbiamo poi ospitato 8 albanesi, 8 rumene, 14 fra ucraine, moldave e polacche». Ma se i dati sono lusinghieri, a dimostrazione che si tratta di un servizio di cui c’era un reale bisogno, le difficoltà nell’avviare e nel portare a pieno regime un’inìzitiva di accoglienza di questo tipo esistono. «Le difficoltà – commenta Sottosanti – sono state soprattutto iniziali: abbiamo avuto dieci abbandoni del programma, dei quali però otto si sono verificati nel primo anno». Poi però si è riusciti a lavorare a pieno ritmo: «Il punto qualificante della riuscita del programma – aggiunge Sottosanti – sta ovviamente nell’ottenimento del permesso di soggiorno delle ragazze liberatesi dal racket: se nel primo anno di attività una donna ce l’ha fatta in questo senso, nel secondo anno sono state tre e otto nel terzo anno. Non solo, tre sono stati i percorsi conclusi definitivamente e positivamente, con la piena autonomia delle ragazze».

Rispetto all’inizio la vita all’interno del centro di prima accoglienza si è anche arricchita di nuove esperienze. «Dal settembre scorso – dice Sottosanti – fa parte dello staff una psicoterapeuta russa, Maria Chernova, che ha introdotto, attraverso l’uso dell’Arte terapia, modalità nuove di relazione tra le ragazze e l’equipe di riferimento. Con lavori di gruppi e lavori individuali l’arte terapia ha l’obiettivo di elaborare il vissuto delle ragazze, facendo veicolare attraverso il disegno tutto quello che verbalmente sarebbe molto difficile far venire fuori».

 

Decoupage e cucina

Laboratorio per i corsi

Casa Donna è slata ristrutturata due anni fa con il contributo del Comune di Montecatini e delia Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia. Nel 2003 la Fondazione Caript ha finanziato al 50 per cento (21 mila euro) la ristrutturazione dei locali che ora ospitano un laboratorio polifunzionale, dove le donne ospiti hanno l’opportunità di apprendere la tecnica del decoupage. Le ragazze, guidate da un ‘esperta, realizzano una serie di piccoli oggetti, che saranno poi venduti in piccoli mercatini di zona, durante l’estate, nel corso di eventuali manifestazioni idonee. Inoltre il laboratorio ospita anche un corso di cucina, tenuto da una chef professionista, Rossella Bencini, che insegna alle ragazze le ricette base della cucina italiana e le regole per apparecchiare e servire in tavola.

 

Casa Donna, l’esperienza in «vetrina»

MONTECATINI — L’esperienza di Casa Donna nel recupero e reinserimento delle donne uscite dalla prostituzione sarà presentata sabato prossimo, 24 aprile, a Villa Montalvo di Campi Bisenzio, in una manifestazione promossa dall’Associazione nazionale pubbliche assistenze (Anpas).

Nella limonaia intitolata a Antonio Caponnetto, sarà allestita una rassegna che illustrerà i progetti, le iniziative, i servizi realizzati dalle pubbliche assistenze nel settore della cooperazione sociale, locale e internazionale.

La realtà di Casa Donna sarà portata alla kermesse dalla Società di soccorso pubblico, che come tutte le altre associazioni presenti, avranno a disposizione una «piazza», dove ciascuna presenterà un proprio progetto sociale avviato.

Originale l’allestimento preparato dal Soccorso pubblico che farà da sfondo allo stand: un’ambulanza che compie un percorso in varie tappe contraddistinte ognuna da uno dei servizi che l’associazione ha realizzato da dieci anni a questa parte in ambito sociale: dal centro anziani al punto per l’igiene personale dei senza casa, dalla distribuzione di viveri e abbigliamento, alla mensa per le persone in difficoltà e al servizio «città amica», realizzato in collaborazione con il Comune. Il punto di arrivo di questo simbolico percorso è appunto Ca-

sa Donna, il centro di prima accoglienza destinato alle donne sfruttate dal racket. Il Soccorso pubblico di Montecatini, tra l’altro, è l’unica associazione di pubblica assistenza a gestire un servizio di questo tipo.

Nella giornata di sabato sono previsti vari appuntamenti: tra questi anche una relazione della responsabile di Casa Donna, Giovanna Sottosanti, che racconterà l’esperienza della struttura di Montecatini.

 

Un libro sull’attività del centro di accoglienza

«Un’idea che è piaciuta al Soroptimist»

Lo staff di Casa Donna punta a realizzare un libro, che racconti l’evoluzione dell’attività, il cambiamento di utenza e di metodi utilizzati. Un’idea che, proposta al club Soroptimist di Montecatini, è stata accolta con entusiasmo. «Il Soroptimist – dice Sottosanti – oltre a sostenerci nell’iniziativa del libro, ha provveduto a realizzare pei noi un ed con alcuni disegni sviluppati durante il corso di Arte terapia, che potrebbe essere successivamente allegato al libro.

 

di Cri.P.

 

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