Tanti soprusi anche in famiglia. Una realtà che resta sommersa

Tanti soprusi anche in famiglia. Una realtà che resta sommersa

 

LA PAROLA AGLI ESPERTI MAZZEO E SOTTOSANTI

L’ORCO DISSEMINA violenza anche nella nostra provincia. I casi di pedofilia terminati con una condanna sono soltanto poche unità, ma mai come in questo ambito, i pochi dati esistenti rappresentano la punta di un iceberg sconosciuto e minaccioso.

Quasi ogni giorno, dentro le mura domestiche della quieta Pistoia, si consumano violenze contro minori, il più delle volte da parte degli stessi familiari.

«Un fenomeno trasversale – come spiega l’avvocato Chiara Mazzeo, del foro pistoiese, fra i legali del Centro antiviolenza Liberetutte – che riguarda ogni classe e ceto sociale.

Talvolta si tende a ricondurlo a musulmani o extracomunitari – argomenta la giovane penalista pistoiese -, ma posso assicurare che molte volte le persone coinvolte sono ‘pistoiesissime’».

Il legale ricorda casi come quello di un nonno che dopo aver abusato della figlia, anni fa, ha poi perpetuato violenza anche alla nipote.

O quello di una piccola montecatinese brutalmente violentata dal patrigno.

«Ma la fattispecie probabilmente più diffusa di soprusi su minore – precisa – riguarda la cosiddetta ‘Violenza assistita’, una forma subdola che si presenta quando il bambino o la bambina sono costretti ad assistere a scene di violenza nell’ambiente domestico.

Particolarmente frequente è il caso del padre che picchia la madre, ma le situazioni possono essere le più disparate. Purtroppo, la maggior parte delle volte, situazioni come questa emergono soltanto in concomitanza di una separazione o un divorzio, cioè quando il conflitto coniugale è ormai esploso. Ed è anche per questo che il rischio di strumentalizzazione

dei bambini è molto alto».

IL TRAUMA, la devastazione psicologica, procurate dalla ‘violenza assistita’ scavano una ferita profonda e lancinante che spesso il bambino si porterà dentro per tutta la vita.

«E purtroppo – afferma Giovanna Sottosanti, responsabile del centro antiviolenza attivo a Pistoia e in Valdinievole a tutela delle donne – per quanto ci è dato sapere, in mancanza di statistiche, si tratta di un fenomeno in aumento.

Alla ribalta della cronaca – spiega ancora – sale soltanto l’atto di pedofilia che, a livello numerico, rappresenta una minima parte di quanto avviene ai danni dei minori. La brutalità psicologica è forse ancora più diffusa.

C’è da domandarsi come mai sempre più spesso si registrino episodi di violenza compiuti da giovani: forse – conclude Sottosanti – la risposta sta nei modelli di comportamento interiorizzati durante l’infanzia, assistendo, loro malgrado, a terribili scene all’interno delle mura domestiche».

 

di Simone Trinci

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