«La pensione all’omicida è una beffa»

«La pensione all’omicida è una beffa»

«La pensione all’omicida è una beffa»

Lorenzo Ballerini, fratello di Beatrice, lancia una petizione online: «ingiusto che percepisca l’eredità di chi ha ucciso»

 

«Vi sembra giusto che un assassino percepisca la pensione della donna che ha ucciso, ex moglie e madre dei suoi due bambini?”, E’ la domanda, carica di rabbia, con cui Lorenzo Ballerini – fratello di Beatrice, bancaria a Prato strangolata a Nievole il 13 dicembre del 2012 dall’ex marito. Massimo Parlanti – ha lanciato una petizione online per modificare una legge che «è un vero paradosso».

La petizione, promossa su change.org, è indirizzata al premier Matteo Renzi e a ieri aveva già superato le 50mila adesioni. «Chiedo giustizia per mia sorella – attacca Lorenzo Ballerini – e per i suoi figli». L’appello di Lorenzo parte riavvolgendo il nastro e facendo zoom sul processo di primo grado. «Massimo Parlanti, reo confesso, e stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di carcere per aver assassinato la ex moglie Beatrice Ballerini, mia sorella. Probabilmente ne farà meno di 10. ed ha fatto ricorso perchè vuole uscire ancora prima».

Dopo si entra nel merito dell’appello online. «Dall’lnps – spiega Lorenzo Ballerini nel testo della petizione «ho poi appreso che mentre i bambini di mia sorella, che noi stiamo accudendo, prendono il 40 per cento della pensione che gli spetta, a lui – l’omicida – spetta l’altro 60 percento, e ne avrà diritto a vita».

Una beffa per Ballerini, che cura anche un b!og dedicato alla sorella (cicecice.blogspot.it). 

«Questo accade perché non c’e un meccanismo automatico che prevede la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l’assassino del coniuge, e così oltre la pensione, agli assassini spetta anche le eredità di chi ammazzano». Il giudice, infatti, nella sentenza non ha dichiarato Parlanti “indegno a succedere” e non c’è nessun automatismo che lo preveda, «la inevitabile la sensazione di vivere in un paradosso – dice Ballerini – in un luogo, in un tempo In cui l’assurdo diventa la regola, in cui il surreale diventa prepotentemente piu’ tangibile del reale, in cui ti si confondono tulli i valori, in cui ti domandi se quello che ti hanno detto è veramente quello che le tue orecchie hanno sentito».

Una petizione carica anche di emozioni. «Mia sorella era una donna vera e forte, ammazzata da un individuo che non è mai riuscito ad essere uomo. Femminicidio: parola strana ma eloquente, nasconde un mondo occulto e subdolo, di personaggi bestiali, doppi e perversi, vuoti dentro. Ma qui siamo di fronte al paese che con il suo approccio grottesco e indulgerne con i delinquenti ed esigente con le vittime, e con coloro che rimangono, che oltre a cavarsela da soli devono dimostrare di poter reggere una pressione che viene dalle stesse istituzioni che, invece di aiutare esigono e non riescono a rendere operativa la giustizia».

La domanda a cui ancora oggi non riesco a dare risposta, una legge assurda e demenziale, fatta per i delinquenti, oppure semplicemente la giustizia, si scorda qualcosa, si è distratta ulteriormente?».

Parole che sulla popolare piattaforma digitale di petizioni hanno riscosso molto consenso, superando – come detto – le 50mila firme.

 

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