Il coraggio di dire basta e denunciare. Il telefono di Liberetutte squilla sempre
L’esperienza degli operatori del Centro Antiviolenza
LA VIOLENZA sulle donne può assumere mille forme, ma su un aspetto in particolare le statistiche parlano chiaro: la maggioranza dei casi si verifica all’interno delle mura domestiche. Il centro antiviolenza Liberetutte, con sede a Montecatini, fornisce dal 2004 sostegno alle vittime offredo ascollo, assistenza legale e supporto psicologico, consentendo a molte di uscire da situazioni drammatiche e lavorando in rete con le fòrze dell’ordine, i servizi sociali, i consultori.
Un impegno che l’associazione di promozione sociale 365giornialfemminle che gestisce la struttura, accompagna da anni ad artivita per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo problema e che, in vista della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sarà corroborato da diverse iniziative.
«Esistono molti tipi di violenza psicologa di Liberetutte – e il nostro sforzo consiste anche nel far capire alle donne che vi sono altri generi di abusi, oltre a quello fisico, per i quali è possibile chiedere aiuto. Perché è violenza tutto ciò che risulta capace di denigrare, sminuire o sottrarre autonomia e controllo a una persona.
Cosi, tante persone finiscono vittime di violenza psicologica a causa di un compagno che le convince di non essere capaci di prendere decisioni o di lavorare.
«La violenza fisica – continua Michelotti – può comprendere botte e maltrattamenti, ma anche stupri subiti all’interno della coppia. Vi sono però anche violenze di natura economica e psicologica, che risultano altrettanto dolorose e drammatiche, anche perché vengono riconosciute con maggiore diQicoltà e la vittima spesso impiega anni per acquisirne consapevolezza. Altre violenze, infine, hanno radici in culture che vorrebbero la donna sempre sottomessa nella famiglia e nella società. Riguardo a ciò bisogna comunque dire che le richieste d’aiuto che arrivano al nostro centro provengono perlopiù da persone di nazionalità italiana. A ogni modo, è importante far capire a tutte che uscire dalla violenza è possibile, di qualunque natura essa sia».
A chiamare il centralino sono spesso donne che subiscono da anni nel timore di uscire allo scoperto. «Alcune ci contattano – racconta la psicologa – anche dopo venti anni di abusi e, perfino dopo aver chiesto aiuto, continuano a sentirsi in certo qual modo responsabili della situazione. Il mio lavoro consiste nel renderle consapevoli di ciò che sta loro accadendo. Molte volte il fattore che dà alle vittime la forza di cambiare è la presenza dei figli. In questi casi si parla di violenza assistita ed è necessario occuparsi dei bambini anche laddove non interessati direttamente dai maltrattamenti».
IL CENTRALINO del centro Liberetutte è attivo al 3406850571, dal lunedì al venerdì con orario 9-19. A questo numero rispondono operatrici esperte, in grado di offrire ascolto telefonico, informazioni e di fornire un appuntamento per un primo colloquio. In secondo luogo lo siali offre consulenza legale e sostegno psicologico, valutando al contempo il livello di rischio di ogni situazione. Per i casi più difficili, infatti, la struttura, che è in rete con gli altri centri violenza nazionali, mette a disposizione case rifugio in cui le vittime possono, spesso assieme ai figli, ricominciare a vivere serenamente.
di Giulia Gonfiantini