Cinque storie di impegno al femminile

Cinque storie di impegno al femminile

 

Cinque storie di impegno al femminile

La festa della donna e il suo significato più profondo nel racconto di chi ha dedicato la sua vita al bene della società

Un 8 marzo non solo per festeggiare le donne, ma semmai per parlare di loro, affinchè emergano le loro proposte e il loro impegno. In questo quadro al femminile meritano di essere segnalale alcune figure che da anni costituiscono un punto di riferimento socioculturale nel nostro territorio. In Valdinievole davvero poche donne sono riuscite a tracciare un segno tanto influente nella storia del volontariato come Fellcia Pieri, cofondatrice dell’Asvalt (Associazione Valdinievole per la lotta ai tumori), 25 anni fa. Fellcia Pieri è una delle rare donne che coniuga in sè modestia e generosità. Ha accettato l’intervista solo dopo molte insistenze, convinta della necessità di non apparire, di “limitarsi” a lavorare in quel volontariato che tanto la impegna insieme al marito Arnaldo. Questo sin dall’85, quando decise di «donare ai meno fortunati un poco del mio essere fortunata». Questo sull’onda «di un amore a prima vista per il

soccorso ai più deboli, dopo aver assistito mia suocera per lunghi mesi ricoverata al Cosma e Damiano, e aver percepito l’umanità e la professionalità di medici e infermieri verso i malati. Avendo avuto il dono dalla provvidenza di avere un’ottima famiglia, casa e lavoro, ho avvertito resigenza di lottare contro le malattie , creando un’associazione di volontariato. Il resto è storia nota».

E poi Giovanna Sottosanti, fondatrice nel 2004 dell’Onlus “365 giorni al femminile”: «Più che una festa – dice rifendosi all’8 marzo – si tratta di una giornata della memoria, per le donne che non vedono ancora riconosciuti i loro diritti. Questa data può avere significato solo se si evolve la società: dai diritti alle nuove regole contro lo stalking e la violenza. Il tema della violenza sulle donne si accende come un bengala in occasione di eventi drammatici per poi ripiombare nell’indifferenza. L’associazione al contrario assiste le vittime 365 giorni all’anno, tramite il proprio centro antiviolenza “Libere tutte” volgono allo sportello (primo contatto per chi è difficoltà), e ospita nelle proprie case rifugio donne con minori. Tutto uesto grazie al lavoro svolto a uno staff altamente professionale composto da psicologhe, donne avvocato, operatrici di accoglienza».

Una donna che dedica il suo tempo al lavoro, alla promozione della cultura, al territorio, vogliamo parlare di Lina Antonello De Caro, nota sin dai Sessanta per essere stata fra le fondatrici della prima associazione turistica a Monsurnmano. “Il Turista” e per aver inaugurato Monsurnmano nel cogliere opportunità nel settore turistico, a partire dagli anni Ottanta crea la prima agenzia di viaggi in omaggio al poeta Giuseppe Giusti e inizia a promuovere la cittadina termale nel mondo. «Eppure – dice Lina – nonostante il lungo cammino delle donne fin da quel tragico incendio del marzo 1911 la New York, in cui morirono orribilmente 146 operaie, il lavoro femminile continua a essere in tanti luoghi campo di abusi. Questa festa, a mio avviso, nel

tempo si è un po’ annacquata, ha perso un po’ dello spirito e smalto iniziale. Le donne potrebbero rimettersi in gioco più spesso. Hanno tante frecce ai propri archi come la maternità, la creatività, la voglia di lavorare e di sperimentare. L’avvenire non potrà che condurre al riconoscimento globale dell’uguaglianza dei diritti dei due sessi».

Mara Fadanelli presidente del consiglio direttivo della “Comunità solidale” di Lamporecchio, ai calici tintinnanti e a divertimenti dell’8 marzo preferisce l’impegno nel volontariato, in collaborazione con la Sds, il Comune e la Croce verde. Seppur molto giovane ha l’esperienza e la capacità per lavorare in rete con le istituzioni, per aiutare chi sì trova in difficoltà. E Mara, insieme agli altri consiglieri di direttivo di “Comunità solidale”, ha le idee chiare su cosa fare: «Csl nasce con la speranza che anche altre associazioni presenti in Valdinievole si uniranno a noi in futuro, cosi da rafforzare e continuare la costruzione di nuovi progetti a vantaggio delle famiglie . L’8 marzo è anche un’ottima occasione per ricominciare a discutere in pubblico e formulare proposte, non solo per le donne, ma per tutti i bisognosi di cure».

E cosa resta dopo cento anni della festa della donna Io chiediamo ad Adriana Niccolini, prima bibliotecaria di Lardano nei lontani anni Settanta. Nella “sua” biblioteca sono passate tante iniziative a favore di studenti, casalinghe, scrittori, aspiraniti letterati… «Ma non sono mai stata sola – precisa Adriana – fortunatamente sono stata sempre sostenuta nelle iniziative rivolte al tessuto sociale del paese da gruppi di giovani di volta in volta interessati al cinema, ai libri, al teatro, alla cultura in generale. Tornando all’8 marzo, voglio aggiungere alle tante parole dette per la ricorrenza che è innegabile come, nei decenni, la ricorrenza abbia perso gran parte del suo carattere “sindacale”. Varrebbe la pena di rinverdire lo spirito iniziale delle origini del movimento.

 

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