Liberetutte: un salto nel futuro

Liberetutte: un salto nel futuro

“Liberetutte: un salto nel futuro” è il nome del progetto che sarà realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per le Pari Opportunità.
Il Progetto è stato ufficialmente avviato il 09/03/2017 e terminerà il 09/03/2019. Le azioni progettuali previste per la sua realizzazione sono molte, prendono in considerazione sia le donne che i bambin/e, e si sviluppano intersecandosi le une alle altre.
La prima finalità riguarda il potenziamento di tutte le azioni erogate dal CAV a favore delle donne e dei loro figli/e vittime di violenza. Il nostro obiettivo resta quello di rafforzare l’empowerment delle donne nel processo di emersione dalla violenza e, per quanto riguarda i bambini/e, promuovere azioni di contrasto ai modelli comunicativi/relazionali non adeguati che possono aver recepito assistendo agli episodi di violenza.
Proprio per raggiungere tale obiettivo il progetto permetterà la costituzione di gruppi espressivicreativi dedicati alle donne che possono trarre giovamento non solo dai percorsi psicologici (servizio tradizionalmente offerto dai cav) ma anche attraverso la stimolazione/riscoperta del proprio corpo e della fisicità, della quale riappropriarsi passo dopo passo. Questi gruppi resteranno attivi per tutta la durata del progetto e potranno aderirvi, dietro richiesta, sia le donne accolte presso lo sportello sia quelle che prenderanno parte all’altra grande azione prevista dal progetto, ovvero quella relativa all’inserimento lavorativo.
Il tema dell’orientamento al lavoro rappresenta il cuore pulsante del progetto e in esso si concentrano le azioni progettuali più incisive. Il progetto prevede, in questo senso, l’individuazione di un gruppo denominato “Futura” che raccoglierà i nomi delle donne selezionate dal team del CAV sulla base dei loro percorsi dentro al Centro e all’analisi della loro situazione di partenza, delle loro risorse e del possibile percorso da intraprendere.
Le donne così selezionate prenderanno parte ad un progetto di orientamento al lavoro attraverso l’attivazione – con varie aziende della provincia di Pistoia) – di borse lavoro. Si è optato per tale soluzione poiché la borsa lavoro permette, da un lato, di far sperimentare alle donne una prima forma di autonomia, utile per rafforzarne l’empowerment ed aiutarle a prendere le distanze, emotivamente e materialmente, dal maltrattante, sia perché costituisce anche uno strumento formativo utile in quelle situazioni in cui si renda necessario sostenerla maggiormente per farle acquisire strumenti operativi ed una maggiore autonomia operativa.
Il gruppo “Futura” e le relative borse rimarranno attive per una durata totale di 18 mesi. Attualmente il team psico-educativo sta selezionando le donne che prenderanno parte al gruppo.
Escludendo le donne inserite presso le nostre strutture (che provengono spesso da altri territori), le altre partecipanti risiedono per la maggior parte sul territorio della Valdinievole , mentre altre risiedono nei comuni dell’area pistoiese. Ciò a testimonianza delle positive ricadute che il progetto avrà per il nostro territorio. All’attività formativa/lavorativa in azienda seguiranno molti momenti – in gruppo ed in individuale – finalizzati alla riflessione, allo scambio e all’apertura comunicativa con le altre partecipanti.
Attraverso il progetto abbiamo voluto poi dar vita a nuove azioni dedicate espressamente ai bambini/e nella fascia d’età 6-14. Le ricerche hanno dimostrato infatti gli effetti negativi della violenza assistita sullo sviluppo dei bambini/e sia rispetto alla dimensione dell’apprendimento sia rispetto alle capacità di acquisire una idonea competenza emotiva.
I bambini/e oggetto di violenza assistita sono a rischio di assimilare i comportamenti osservati da parte dei genitori, con una differenziazione rispetto al genere: i bambini rischiano di introiettare le condotte maltrattanti dei padri, le bambine sono a rischio di introiettare un modello passivo come quello posto in essere, nelle relazioni violente, dalle madri.
Il progetto, dunque, si pone l’obiettivo di lavorare su entrambe queste possibili problematiche attraverso la realizzazione di interventi didattici e ludico/espressivi. Essi si svolgeranno nell’arco di 18 mesi; le azioni terranno conto dello svolgimento dell’anno scolastico in modo da privilegiare quelle didattiche nel corso dei mesi scolastici e quelle maggiormente ludiche nei mesi di sospensione della scuola.
I laboratori saranno proposti ai bambini/e figli delle donne che saranno inserite nel progetto lavorativo ma anche a coloro che parteciparanno ai laboratori espressivi.
Saranno aperti ad un massimo di 10 bambini e si prevede la possibilità di far entrare/uscire dai laboratori (stabilendo un progetto educativo, valutato in ingresso e in uscita) almeno ogni tre mesi.
I laboratori didattici hanno lo scopo di potenziare le risorse dei bambin/e utilizzando strumenti pedagogici innovativi come tablet e LIM, realizzando quindi una didattica inclusiva nei confronti dei bambini/e con Bisogni Educativi Speciali o a rischio DSA.
I laboratori ludici, che saranno realizzati da un’operatrice con specifiche competenze in materia, avranno lo scopo di portare in emersione il vissuto emotivo favorendo la socializzazione, la condivisione e lo scambio con gli/le altri partecipanti.

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