Un anno senza Beatrice “mi sembra impossibile”

Un anno senza Beatrice “mi sembra impossibile”

 

Violenze, decine di segnalazioni al centro «Liberetutte»

L’ASSOCIAZIONE 365 Giornialfemminile è formata esclusivamente da donne, ed è impegnata sulle problematiche della violenza di genere, con lo scopo «di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni affinché mettano in atto politiche che possano sostenere concretamente le strutture e gli strumenti che l’associazione mette in atto a favore delle donne vittime di violenza», come si legge sul sito Internet. L’associazione gestisce il Centro antiviolenza Liberetutte dove offre accoglienza telefonica, colloqui di sostegno, consulenza psicologica e legale alle donne che si rivolgono alle volontarie. Dalla Valdinievole arrivano annualmente dalle 120 alle 150 segnalazioni di casi di violenza intrafamiliare, cifra che negli ultimi dodici mesi, quanti ne sono trascorsi dalla morte di Beatrice Ballerini, non è diminuita. «Continua il contatto con il fratello di Beatrice — dice la presidente Giovanna Sottosanti — con il quale collaboriamo nelle nostre attività. Al nostro telefono antiviolenza e nelle case rifugio è al lavoro un team professionale tutto al femminile, formato da psicologhe, avvocatesse, telefoniste». Il centralino è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, chiamando il 340/6850751.

 

di Emanuele Cutsodontis

 

UN ANNO senza Beatrice. E’ passato un anno da quel 13 dicembre 2012, quando la sera intorno alle 22, in una villa della Nievole, fu scoperto il cadavere di Beatrice Ballerini, la bancaria

di 42 anni di Campi Bisenzio, strangolata dall’ex marito Massimo Parlanti.

L’uomo confessò il delitto ai carabinieri nei giorni successivi, dopo lunghi interrogatori. Beatrice, mamma di due bambini, è stata l’ultima vittima del femminicidio nel 2012, ma il fenomeno non si è purtroppo arrestato. «Stamani (ieri, ndr) quando mi sono svegliato — racconta Lorenzo Ballerini, il fratello — e ho guardato la fotografia di mia sorella, ho pensato subito non fosse vero che lei non c’era più. Ho pensato che era impossibile che fosse passato un anno da quel giorno. Poi si torna alla realtà e si ripensa a rutto quello si è fatto, a tutta la burocrazia alia quale siamo andati incontro». Il mese scorso Massimo Parlanti è stato condannato dal tribunale di Pistoia a 18 anni di reclusione, una pena giudicata «lieve» dalla famiglia, dai colleghi, dagli amici di Beatrice e dall’opinione pubblica in generale. In ogni caso Beatrice non c’è più e la responsabilità di crescere i suoi bambini adesso è nelle mani di Lorenzo e dei suoi genitori, Vanna e Giancarlo. Lorenzo è stato nominato tutore dei bambini, ed è stata istruita la pratica per chiedere l’affidamento al Tribunale dei Minori. Siete tornati dopo la tragedia nella casa di Nievole?

«QUANDO la casa è stata dissequestrata — risponde Lorenzo — siamo dovuti tornare per portare via dei ricordi, ma non più di tanto perché non abbiamo posto. Intendiamo proseguire con il desiderio di Beatrice, cioè vendere la casa: è in vendita, ma i tempi sono quelli che sono per il mercato immobiliare. Se troveremo un acquirente, il giudice dovrà autorizzare la vendita, e il ricavato sarà il futuro dei bambini». Lorenzo cura un blog dedicato a Beatrice http://cicecice.blogspot.it e soprattutto a far conoscere il problema del femminicidio. Ieri Beatrice è stata ricordala con una messa nella chiesa di San Lorenzo, a Campi. Nella giornata contro la violenza sulle donne (25 novembre) c’è stato un dibattito al teatro di Santo Stefano al quale ha partecipato Lorenzo. Nell’ambito di queste iniziative l’Italia dei Valori ha presentato una proposta: intitolare un giardino pubblico a Beatrice e promuovere un premio letterario nelle scuole medie sull’argomento della violenza sulle donne. «Sarebbe davvero bello — conclude Lorenzo — poter ricordare mia sorella con un giardino».

 

di M. Serena Quercioli

 

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