Lavoro femminile in evidenza

Lavoro femminile in evidenza

 

Alle Panteraie ospiti d’onore le camiciaie dell’India

MONTECATINI. Otto marzo: la grande festa delle donne celebra il lavoro femminile in Valdinievole. La manifestazione, giunta alla terza edizione, si è rivelata, martedì sera alle Panteraie, una grande kermesse, tra premi e musica, per celebrare un altro anno ricco di soddisfazioni per tante donne della Valdinievole.

A rappresentarle Paola Birindelli, presidente della sezione soci Coop Valdinievole, che con le sue infalicabili collaboratrici ha “guidato” il successo della serata. Nell’anno dedicato alle pari opportunità la manifestazione ha messo a fuoco il lavoro femminile in India, con la diretta testimonianza di due operaie giunte da Madaplathuruth, nel distretto industriale di Chochin in Kerala, dove ci sono molte imprese multinazionali e dove, appunto, è stata avviata con successo una fabbrica di camicie, costruita con il contributo fondamentale di Unicoop Firenze. «Sono loro, le oltre cento camiciai che attraverso il lavoro tentano di far emergere una nuova identità della donna indiana» , ha spiegato Paola Biridelli mentre irrompevano le immagini del filmato realizzato nella fabbrica del villaggio indiano. Puntando sul proprio lavoro e, di conseguenza, su un reddito sicuro, queste donne sono in grado di seguire eventuali mutamenti sociali e far fronte all’obbligo della dote che la tradizione indiana impone alla famiglia della sposa.

Il cuore della festa, comunque, sono stati i riconoscimenti andati a tutte le rappresentanti delle categorie femminili della Valdinievole. Sul palco delle Panteraie prime a salire per ricevere il premio al lavoro sono state due campionesse del mondo: Luciana Pennacchi di Pescia, compiono del mondo di Tiro con l’Arco 2006, ed Edita Pucinskaite di Monsummano, campione del mondo di Ciclismo, seguite da Giovanna Sottosanti, figura fondamentale e punto di riferimento per tante donne vittime di violenze e maltrattamenti del “Centro antiviolenza donne” di Montecatini.

Alla festa è intervenuto anche Massimo Toschi, assessore alla Cooperazione internazinnale della Regione Toscana. «Il progetto realizzato in India – ha detto dopo aver salutato i presenti – dimostra che la solidarietà funziona, prefigurando per la donna un nuovo ruolo nella società indiana. Volontariato e solidarietà rappresentano un ponte fra l’Europa e l’Asia, dove si dimostra che è possibile coniugare diritti e libertà. Noi sappiamo che il futuro di tanti paesi emergenti è legato anche al nuovo ruolo che la donna è in grado di assumere, un ruolo capace

di portare “il nuovo” nella società. Senza la donna non c’è futuro in questi paesi, il vero problema è che troppo spesso non le sono riconosciuti quei diritti, anche i più elementari, che le darebbero dignità. Ho visitato ultimamente alcuni paesi africani e ho constatato che magari, con l’aiuto delle Coop, le donne lavorano per costruire la nuova Africa».

A tutte le donne, infine, è stato fatto omaggio dalle lavoratrici indiane di un bellissimo foulard realizzato in due colori sfumati in tante variazioni.

 

di Franca Capecchi

 

Le riflessioni degli studenti nel loro blog

Monsummano. Donna non significa “velina”, “calendario”, “magra e bella a tutti i costi”. E’ una delle riflessioni “postate” dai ragazzi della Giusti Gramsci sul blog “Open Scuog”, realizzato sulla piattaforma scuolaer.it. Gli studenti che partecipano al laboratorio pomeridiano di giornalismo on-line (in particolare le sezioni G e E) hanno dato vita in questi giorni a una nuova se

zione. Il titolo è “Essere donna” e lo spunto di riflessione parte dalla festa dell’8 marzo, che, secondo gli alunni della media diretta da Vito Pace, ha ormai perso il significato originario. «Le donne festeggiano la parità dei diritti limitandosi ad assistere agli spogliarelli degli uomini. Ma così pareggiamo verso il baratro» commentano.

Tante anche le poesie di famosi autori scelte per esaltare II valore dell’universo femminile e il ruolo della donna nella famiglia e la società. «Perché donna significa amore». Scrive Sara: «Oggi nella vita quotidiana le donne lavorano, fanno le mamme e le casalinghe, vanno a dormire la sera tardi, stanche ma (quasi sempre) contente di essere un componente importante della famiglia, mantenendola e curandola. Ma è sempre stato cosi? Io credo proprio di no! Prima le donne erano tagliate fuori dalla vita lavorativa e sociale: si pensava ingiustamente fossero ruoli tipicamente maschili. Le donne vengono chiamate ancora oggi ingiustamente “il sesso debole”, la figura femminile ha sempre dovuto lottare per dei diritti che l’uomo ha sempre avuto». Giulia ha trovato una poesia di un autore brasiliano: «Nel tuo corpo ti porti, come nessun altro, il segreto della vita! Nella tua storia la macchia dell’indifferenza, della discriminazione, dell’oppressione». Por chi volesse partecipare al dibattito con un suo post è possibile collegarsi a blog-scuolaer.it/giustigramsci.

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