Femminicidio, un presidio per Beatrice
In piazza per portare il loro affetto ai familiari della vittima ma anche per dimostrare che è finito il tempo delle donne violentate e uccise nel silenzio generale. Il Centro antiviolenza “Liberetutte” e Rete13Febbraio di Pistoia invitano la cittadinanza e le istituzioni pubbliche a partecipare al presidio che si terrà giovedì 7 novembre, alle 10, davanti al tribunale di Pistoia. In piazza del Duomo, in occasione della seconda udienza del processo per l’assassinio di Beatrice Ballerini, uccisa il 13 dicembre 2012, e di cui l’unico accusato – reoconfesso- è il marito, Massimo Parlanti.
«Saremo in piazza – spiegano gli organizzatori – per portare il nostro affetto ai familiari di Beatrice e per dimostrare che è finito il tempo delle donne violentate e uccise nel silenzio generale mentre gli uomini colpevoli dell’omicidio delle “loro” donne godevano dell’indulgenza del comune sentire e anche delle leggi. Il delitto d’onore è stato abolito solo nel 1961 ma la società e la coscienza si evolvono: la vita di una donna non può essere considerata proprietà di qualcuno. Saremo in piazza per ribadire che queste morti non sono solo dolori privati ma fatti gravissimi che riguardano la collettività, che rappresentano l’esito estremo del rifiuto di certi individui – lontani dall’essere uomini veri – di accettare la nuova libertà femminile che sottrae le donne ai ruoli imposti dalla cultura patriarcale».
«La società si evolve – lamentano le donne del Centro antiviolenza “liberetutte” e della Rete 13 Febbraio – ma alcuni rimangono indietro, si sentono tagliati fuori e non accettano l’emancipazione delle compagne finendo col rifugiarsi nella brutale violenza omicida. Chi ci uccide non lo fa perché ci ama ma perché ci considera sua proprietà, non sa accettare rifiuti imprevisti e non è in grado di affrontare la propria inadeguatezza».