Svolta nelle indagini sull’omicidio di Beatrice Ballerini: il marito ha confessato

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Beatrice Ballerini: il marito ha confessato

 

SVOLTA nel delitto di Beatrice Ballerini. L’ex manto ha confessato nella notte di essere stato lui ad uccidere la donna. Ieri sera intorno alle 8 l’ex marito Massimo Parlanti si è presentato in caserma a Montecatini accompagnato dai suoi due avvocati per rendere «dichiarazioni spontanee» sulla morte dell’ex moglie.

Ad ascoltarlo il sostituto procuratore Claudio Curreli e i vertici dell’Arma provinciale che in questi giorni si sono occupati del caso. Parlanti è rimasto in caserma fino a notte fonda. Con lui gli avvocati Valerio Valignani e Enrico Zurli di Firenze.

Secondo quanto dichiarato ai giornalisti dal comandante provinciale dei carabinien Eugenio Cacciuttolo, uscito dalla caserma intorno alle 23.30, l’ex marito stava dando la sua «versione dei fatti, ma al momento non c’erano provvedimenti nei suoi confronti».

Dopo la mezzanotte indiscrezioni dicevano che l’interrogaiono sarebbe andato avanti ancora per molto. Poi intorno all’una la confessione. Una volta terminate le dichiarazioni di Parlanti il magistrato emetterà un provvedimento cautelare nei confronti dell’ex marito.

Un colpo a sorpresa quello di Massimo Parlanti che in un primo tempo aveva affermato la totale estraneità all’omicidio della ex moglie. Agli investigatori che gli contestavano i graffi sul viso aveva sempre ripetuto che quei graffi se li era procurati giocando con i figli. Poi, la svolta, la decisione di presentarsi in caserma, accompagnato dagli avvocati e la confessione del delitto.

LA MATTINATA si era apena con la notizia del ritrovamento del cellulare della donna. Dopo la sua uccisione era rimasto acceso e chissà quante volte deve aver squillato a vuoto prima di essere ritrovato, in un cassonetto poco distante dalla villa di Nievole dove giovedì pomeriggio Beatrice Ballerini è stata uccisa. II cellulare della donna è stato recuperato sabato sera dai carabinieri di Pistoia. «E’ stata una felice intuizione di un nostro sottufficiale — ha spiegato ieri il comandante provinciale dei carabinieri di Pistoia, Eugenio Cacciuttolo — . Abbiamo già avviato tutte le verifiche, per ricostruire il traffico dati presente sul telefonino». Chi lo ha preso alla vittima, deve essersi reso conto subito dopo della pericolosità che avrebbe costituito trattenerlo e lo ha gettato via, per evitare, forse, di essere localizzato.

IN OGNI CASO, un’altra preziosa tessera e andata a comporre il puzzle, ma i dati da raccogliere sono tanti. «Siamo in attesa — spiegava ieri in mattinata il comandante Cacciuttolo —dei multati delle verifiche in corso sulle tracce biologiche repenate sotto le unghie della vittima. Sul fronte investigativo, nessuna ipotesi è stata esclusa».

Dalla villa, come ha confermato il comandante Cacciuttolo, mancavano alcuni oggetti. E questo, per scrupolo investigativo faceva sì che l’ipotesi della rapina non potesse ancora essere archiviata.

Intanto l’ultimo saluto a Beatrice Ballerini potrebbe essere già domani manina a Campi Bisenzio.

La famiglia deve ancora decidere se sarà nella chiesa del Sacro Cuore o nella Pieve di Santo Stefano.

Tutto dipende dalla restituzione della salma. Intanto i bambini ieri hanno saputo che la mamma non c’è più: circondali dall’affetto dei parenti e degli amichetti cercano di vivere una apparente normalità.

LA FAMIGLIA chiusa nel dolore nella casa di via Turati spera che al più presto si arrivi alla verità: «Confidiamo nel lavoro dei carabinieri e della magistratura — ha detto il padre di Beatrice, Giancarlo Ballerini — noi cerchiamo soprattutto di far stare tranquilli i bambini. Ci ha chiamato la direzione didattica della scuola mettendosi a disposizione. Vedremo quando potranno tornare a scuola».

 

IL GIORNALISTA TELEVISIVO IACONA AFFRONTA IL GRAVE PROBLEMA NEL SAGGIO «SE QUESTI SONO GLI UOMINI»

Il terribile dramma delle donne uccise dai loro compagni

LE DONNE uccise in Italia, dall’inizio dell’anno a oggi, sono 119. Un numero impressionante che rivela un paese in profonda crisi civile e morale. Il giornalista Riccardo lacona ha raccontato questo dramma nazionale nel suo libro «Se questi sono gli uomini» (Chiarelettere 2012). Autore e conduttore di «Presa diretta» su Rai 3, lavora per la televisione pubblica da più di vent’anni. «Qual è l’Italia vera — si chiede lacona — quella dove l’amore è una scelta e le donne sono libere o quella delle tante case prigione in cui siamo entrati? Questa è una storia che ci riguarda da vicino, perché ci dice come siamo nel profondo».

Possiamo fare un ritratto degli autori di questi terribili omicidi?

«In molti casi sono uomini che uccidono le loro ex compagne perché non sopportano che, dopo la rottura, abbiano cercato di rifarsi una vita. Vederle accanto a un nuovo compagno diventa una situazione intollerabile. Si tratta di una vera e propna guerra contro le donne in cerca di emancipazione».

Questi omicidi sono scatenati da raptus?

«Ho potuto affrontare numerosi casi dove, per uccidere, viene utilizzata una tecnica feroce e lunga. Gli assassini arrivano già con l’intenzione di togliere la vita alle loro vittime. Altrimenti, avrebbero ludo il tempo per fermarsi prima che accade il peggio».

Che cosa sta succedendo in Italia? Da dove nasce questa terribile tragedia?

«Gli uomini dovrebbero studiare educazione sentimentale a scuola. Devono capire che i rapporti, così come nascono, possono anche finire. Lasciarsi e normale, dobbiamo insegnarlo anche ai più giovani. Non dimentichiamo che alcuni fatti come quelle di cui stiamo parlando avvengono anche tra i ragazzi. Eppure, una donna conquistata non è assolutamente un nostro dominio».

Gli uomini che uccidono le donne perché vogliono maggiore emancipazione non sembrano certo cittadini di un paese civile…

«Da questo punto di vista siamo come l’Afghanistan, dobbiamo dirlo. Gi uomini dovrebbero capire che un rapporto sentimentale è una conquista continua e niente deve essere dato per scontato. Tanto tempo fa una donna faceva tutto quello che voleva il suo compagno. Oggi, davanti alla crescente richiesta di emancipazione delle donne, certi uomini scelgono di ucciderle».

 

di Daniele Bernardini

 

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